Giovedì sera ho visto al cinema “Il libro della giungla“, remake in live action del celebre film Disney di tanti (troppi) anni fa, quindi è normale che non riesca a togliermi dalla mente questa canzone, usata di recente anche per uno spot molto carino…
In realtà nella versione italiana è stata tradotta ed è tremenda, non si può ascoltare: quando i direttori del doppiaggio si decideranno a lasciare intatte almeno le parti cantate dei film stranieri, limitandosi ad aggiungere dei sottotitoli, sarà sempre troppo tardi… non se ne accorgono che il risultato è penoso?
A parte questo dettaglio, il film mi è piaciuto molto: è una gioia per gli occhi e racconta una storia che non tramonta mai. Se la memoria non mi inganna, l’omonimo cartone è stato il primo in assoluto che ho visto sul grande schermo da piccola, dunque c’è un forte legame affettivo tra me, il piccolo Mowgli ed i suoi amici… Non c’è bisogno che vi dica chi è il mio preferito, vero? Vi do un piccolo aiuto:

Immagine Scaricata da QUI.
Vi confesso che ho sempre sognato di adottare una “panterina” come quella sulla destra e visto che presto il mio Pandoro avrà bisogno di compagnia, potrei anche farci un pensierino…
Adesso, però, è arrivata l’ora di abbandonare la giungla vera e propria per inoltrarsi in un’altra giungla, ancora più intricata: quella dell’intreccio del mio libro.
Devo ammettere che mi ero smarrita e che ho vagato a lungo senza meta, ma grazie al complesso lavoro di questa settimana, ho ritrovato il sentiero e sto procedendo spedita. Diciamo che sono riuscita a trovare alcune idee fondamentali per sciogliere diversi nodi soprattutto negli ultimi due giorni: c’è un ultimo dettaglio che devo definire e che riguarda il finale, ma non mi inquieto perché quando risolverò anche questo problema, il libro sarà terminato.
Questo non significa che sarà una passeggiata: sono ancora nella giungla e non sarò in salvo finché non ne uscirò… i pericoli da cui mi devo difendere non sono tigri rancorose, serpenti ingannatori o scimmie megalomani, ma distrazioni, imprevisti, stanchezza e quell’abbattimento che ti assale quando non ti vengono le parole giuste… di solito è proprio lo sconforto dovuto all’estrema difficoltà di una sfida che ti fa pensare alla resa e questa è l’eventualità che temo di più. La mia arma per combattere questi nemici non è il fuoco, ma una solida scaletta che aggiorno quotidianamente (a seconda dei progressi) e la consapevolezza che so esattamente a chi chiedere ciò di cui ho bisogno:
Quello che ti manca chiedilo in prestito a te stesso.
(Catone il Censore)
Detto questo, in attesa che il mio Amore si svegli e pregustando la deliziosa cenetta casalinga di stasera, mi rimetto al lavoro e vi do appuntamento a domani.